Interventi anni 1996-2000

GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 3 ottobre 1999

1.Al termine di questa solenne Celebrazione, saluto con affetto tutti voi, cari pellegrini che siete venuti da varie parti d’Italia e d’Europa per rendere omaggio ai nuovi Beati. Saluto in particolare voi, pellegrini della bassa bolognese, voi della diocesi di Brescia, voi del Lazio e dell’Abruzzo e voi della Sardegna. Estendo, inoltre, il mio saluto ai partecipanti al primo Convegno nazionale della Divina Misericordia, svoltosi in questi giorni a Roma.

Grazie per la vostra presenza e per la vostra preghiera. Insieme a voi, vorrei ora rivolgere un devoto pensiero ed una fervente preghiera a Maria, Regina di tutti i Santi. Alla sua scuola, i sei nuovi Beati hanno imparato a seguire Cristo, rinnovando ogni giorno il loro “sì” incondizionato al disegno d’amore di Dio.

Alla celeste Madre della Chiesa ed a questi fedeli testimoni di Cristo vogliamo affidare in modo particolare i lavori della Seconda Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, che si è aperta da due giorni. Accompagnate, carissimi Fratelli e Sorelle, i Padri sinodali con la vostra preghiera e specialmente con la recita del santo Rosario, che la Chiesa raccomanda in questo mese di ottobre.

© Copyright 1999 – Libreria Editrice Vaticana

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

AL CAPITOLO GENERALE

DELLE FIGLIE DI NOSTRA SIGNORA DELLA MISERICORDIA

20 agosto 1998

Carissime Figlie di Nostra Signora della Misericordia!

1. Sono lieto di accogliervi in occasione del Capitolo Generale che avete appena concluso in Savona, città nella quale, oltre un secolo e mezzo fa, Santa Maria Giuseppa Rossello fondò la vostra Congregazione. Il mio saluto cordiale va a ciascuna di voi, che componete l’assemblea capitolare, e si estende al tempo stesso a tutte le Consorelle – oltre mille – nelle diverse comunità disseminate in Europa, Africa, America ed Asia.

Un pensiero beneaugurante rivolgo alla Superiora Generale, Suor M. Celsa Giuseppa Benetti, che è stata confermata in tale incarico dal Capitolo. A lei vanno le mie felicitazioni, insieme con l’incoraggiamento a continuare con animo lieto e sereno nel suo servizio alla Congregazione, per promuoverne l’incisiva presenza apostolica nella Chiesa.

2. La vostra riunione capitolare si inscrive nell’anno dello Spirito Santo, seconda tappa dell’itinerario di preparazione immediata al Grande Giubileo del 2000. Per questo vorrei anzitutto richiamare l'”intima relazione” che lega la vita consacrata all’opera dello Spirito Santo (cfr Esort. ap. post-sinod. Vita consecrata, 19).

Lo Spirito è, in primo luogo, l’anima della vocazione: “è Lui che attrae sempre nuove persone a percepire il fascino di una scelta tanto impegnativa … è Lui che guida la crescita di tale desiderio … è Lui che forma e plasma l’animo dei chiamati, configurandoli a Cristo casto, povero e obbediente” (ibid.).

Come il “sì” di Maria, e la sua verginale fecondità, così il dono di sé nella vita consacrata avviene nell'”ombra” della potenza dell’Altissimo. E questo “sì”, questo dono si rinnova ogni giorno nell’orante unione con Dio – di cui l’Eucaristia è il culmine -, nella comunione fraterna e nell’apostolato.

Nel corso dei secoli e dei millenni, lo Spirito Santo semina nella Chiesa la varietà dei carismi, tra cui anche quelli propri dei vari Istituti. “Da qui il sorgere di molteplici forme di vita consacrata, attraverso le quali la Chiesa è abbellita … e arricchita … per svolgere la sua missione nel mondo” (ibid.).

3. Mediante la luminosa testimonianza di Maria Giuseppa Rossello, lo Spirito ha potuto suscitare nella generosa terra ligure un nuovo germoglio, a partire da quell’inesauribile sorgente di vita evangelica che è l’esperienza della divina Misericordia, “contenuto fondamentale del messaggio messianico e forza costitutiva della sua missione” (Dives in misericordia, 6). Questo è il vostro carisma, che voi sentite particolarmente collegato con Maria Santissima, Madre della Misericordia e di quanti ad essa si affidano.

Il Capitolo Generale costituisce anzitutto un atto di fedeltà al carisma fondazionale ed al conseguente patrimonio spirituale dell’Istituto. “Proprio in tale fedeltà all’ispirazione dei fondatori e delle fondatrici, dono dello Spirito Santo, si riscoprono più facilmente e si rivivono più fervidamente gli elementi essenziali della vita consacrata” (ivi, 36). Nelle riunioni capitolari, ci si pone in ascolto di ciò che lo Spirito vuole dire, per discernere che cosa significhi essere fedeli al proprio carisma nell’oggi dell’Istituto, della Chiesa e del mondo, affinché il seme di santità possa portare frutto nel tempo presente.

A tale riguardo, “deve restare, comunque, viva la convinzione che nella ricerca della conformazione sempre più piena al Signore sta la garanzia di ogni rinnovamento che intenda rimanere fedele all’ispirazione originaria” (ivi, 37).

4. Anche l’umanità contemporanea – con le sue povertà di sempre e con quelle specifiche della nostra epoca – ha sete della divina Misericordia, e chiede di riconoscerne la presenza in uomini e donne che ne siano testimoni credibili.

Tale testimonianza non può che partire dalla vita stessa della comunità religiosa, la quale è il luogo in cui la misericordia si fa quotidiana attenzione reciproca, condivisione, correzione fraterna. Da un’intensa esperienza personale e comunitaria si irradiano i vari “ministeri di misericordia” – come li chiamano le vostre Costituzioni -, che sono il vostro peculiare modo di “lavorare per l’estensione del Regno di Dio” (Cost. 4).

Tutto questo voi lo ponete, care Sorelle, sotto la speciale protezione di Maria Madre di Misericordia. Ella, “esempio sublime di perfetta consacrazione” (Vita consecrata, 28), ricordi sempre a ciascuna delle sue Figlie “il primato dell’iniziativa di Dio” e comunichi loro “quell’amore che consente di offrire ogni giorno la vita per Cristo, cooperando con Lui alla salvezza del mondo” (ibid.). Possa la Vergine Santa, anche grazie alla vostra testimonianza di fede e d’amore, essere da tutti riconosciuta come Madre di Misericordia.

Con questo auspicio imparto di cuore a voi ed all’intera Congregazione una speciale Benedizione Apostolica.

Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II

alle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia

Santuario della Divina Misericordia (Kraków) –

Sabato, 7 giugno 1997

Misericordias Domini in eternum cantabo

Ecco vengo in questo santuario come pellegrino per inserirmi nel canto ininterrotto in onore della Divina Misericordia. L’aveva intonato il Salmista del Signore, esprimendo quanto tutte le generazioni conservavano e conserveranno, come preziosissimo frutto della fede. Di nulla l’uomo ha bisogno quanto della Divina Misericordia – di quell’amore che vuol bene, che compatisce, che innalza l’uomo sopra la sua debolezza verso le infinite altezze della santità di Dio. In questo luogo ci rendiamo conto di questo in modo particolare. Da qui infatti è partito il Messaggio della Divina Misericordia che Cristo stesso volle trasmettere alla nostra generazione tramite la beata Faustina. Ed è un messaggio chiaro e leggibile per ciascuno. Ciascuno può venire qui, guardare questo quadro di Gesù Misericordioso, il suo Cuore che irradia le grazie, e udire nel profondo del suo animo quanto udì la Beata: “Non aver paura di nulla. Io sono sempre con te” (Diario, q. II). E se risponderà con cuore sincero: “Gesù, confido in Te!”, troverà conforto in ogni sua angoscia e in ogni paura. In questo dialogo di abbandono, si stabilisce tra l’uomo e Cristo un particolare legame che sprigiona amore. E “nell’amore non c’è timore – scrive san Giovanni – al contrario l’amore perfetto scaccia il timore” (1 Gv 4, 18).

La Chiesa rilegge il Messaggio della Misericordia per portare con più efficacia alla generazione di questa fine di millennio e a quelle future la luce della speranza. Senza mai cessare, essa chiede a Dio misericordia per tutti gli uomini. “In nessun momento e in nessun periodo storico – specialmente in un’epoca così critica come la nostra – la Chiesa può dimenticare la preghiera, che è il grido alla misericordia di Dio dinanzi alle molteplici forme di male che gravano sull’umanità e la minacciano… Quanto più la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola «misericordia», quanto più allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto più la Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia «con forti grida»” (Giovanni Paolo II, Dives in misericordia, n. 15). Proprio per questo sul percorso del mio pellegrinaggio si è trovato anche questo Santuario. Vengo qui per affidare tutte le preoccupazioni della Chiesa e dell’umanità a Cristo misericordioso. Alla soglia del terzo millennio, vengo, per affidargli ancora una volta il mio ministero Petrino – “Gesù, confido in Te”!

Il messaggio della Divina Misericordia mi è stato sempre vicino e caro. E’ come se la storia lo avesse inscritto nella tragica esperienza della seconda guerra mondiale. In quegli anni difficili esso fu un particolare sostegno e una inesauribile fonte di speranza, non soltanto per gli abitanti di Cracovia, ma per la nazione intera. Questa è stata anche la mia esperienza personale, che ho portato con me sulla Sede di Pietro e che, in un certo senso, forma l’immagine di questo pontificato. Rendo grazie alla Divina Provvidenza perché mi è stato dato di contribuire personalmente al compimento della volontà di Cristo, mediante l’istituzione della festa della Divina Misericordia. Qui, presso le reliquie della beata Faustina Kowalska, ringrazio anche per il dono della sua beatificazione. Prego incessantemente Dio perché abbia “misericordia di noi e del mondo intero” (Coroncina).

2. “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7).

Care Suore! Poggia su di voi una vocazione straordinaria. Scegliendo tra di voi la beata Faustina, Cristo ha reso la vostra Congregazione custode di questo luogo, e al contempo vi ha chiamate ad un particolare apostolato, quello della sua Misericordia. Vi chiedo: assumetevi questo incarico! L’uomo di oggi ha bisogno del vostro annuncio della misericordia: ha bisogno delle vostre opere di misericordia e ha bisogno della vostra preghiera per ottenere misericordia. Non trascurate alcuna di queste dimensioni dell’apostolato. Fatelo in unione con l’Arcivescovo di Cracovia, a cui sta tanto a cuore la devozione alla Divina Misericordia, e con tutta la comunità della Chiesa, che egli presiede. Che questa comune opera porti frutti! Che la Divina Misericordia trasformi i cuori degli uomini! Che questo Santuario, conosciuto già in molte parti del mondo, diventi un centro di culto della Divina Misericordia che s’irradia su tutta la Chiesa!

Una volta ancora vi chiedo di pregare per le intenzioni della Chiesa e di sostenermi nel mio ministerium Petrinum. So che tale preghiera viene sempre qui innalzata: vi ringrazio per questo di tutto cuore. Tutti ne abbiamo tanto bisogno: tertio millennio adveniente.

Di cuore benedico voi qui presenti e tutti i devoti della Divina Misericordia.

Tratto da www.divinamisericordia.it